"Il patriottismo è l'ultimo rifugio dei mascalzoni"
Samuel Johnson


martedì 12 marzo 2013

Dipendenti del Sultano, ma a nostre spese

Riesce difficile rimanere equilibrati nel dare un giudizio in merito a quanto accaduto ieri (lun.11/03/13) di fronte al palazzo di giustizia di Milano ad opera dei deputati/senatori del PdL, i quali si sono presentati numerosi ed "agguerriti" contro l'operato di taluni pubblici ministeri, colpevoli, a loro dire, di perseguitare il loro leader Silvio Berlusconi.
Una scena indegna persino nella repubblica delle banane, figuriamoci in un Paese che siede stabilmente nel G8, che è tra i fondatori dell'Europa unita, e che trasuda storia, bellezza e cultura persino dai borghi o dai paesini di provincia.
Ma d'altronde, così è, soprattutto alla luce del fatto che questi parlamentari, ben lungi dall'essere i rappresentanti del popolo in quanto non votati dai cittadini, più realisticamente risultano essere dei dipendenti del "Gran Sultano del Bunga-Bunga" (ma a libro paga dei cittadini italiani) al quale offrire i loro servigi, la loro cieca obbedienza, la loro residua dignità!
Berlusconi per loro è tutto, soldi, ruolo, visibilità, e pazienza se si tratta di Gasparri, Santanchè, Scilipoti, Razzi, Cicchitto o Alfano, emerite nullità trasformate in "classe dirigente", in onorevoli e senatori, perchè in cambio della loro totale obbedienza, così ha voluto "Lui".
Sono ormai quasi vent'anni che prosegue la disputa sulla faziosità della magistratura, che ha portato la classe politica di centro-dx a inventarsi soluzioni sempre più ardite e ridicole pur di salvare Berlusconi da condanne plurime: processo lungo, processo breve, giusto-processo, lodo Alfano, legittimo impedimento, etc.    Con ciò minando, picconando e distruggendo la certezza del diritto e la certezza della pena per i condannati in sfregio alle vittime di tali soprusi!
Nonostante l'Italia ricopre posizioni vergognose a livello mondiale riguardo l'entità della corruzione, nelle carceri italiane di "colletti bianchi" non c'è neppure l'ombra. Se non è vero l'assunto che "tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge", ciò è dovuto non a chi la legge la applica, bensì a chi le leggi le propone e le vota per tornaconto proprio o del proprio padrone; e il clima di tensione e intimidazione ai quali sono soggetti da anni i magistrati di Milano, culminato con la pseudo-manifestazione dei parlamentari non-eletti dal popolo di ieri, propone uno scenario dal paradosso drammatico: che alcuni animali sono più uguali di altri di fronte alla legge!

Locatelli Roberto



 

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